Imparate ad essere giusti
In Prigione monello! |
Argomento spinoso: come punire il
proprio cane? Come riuscire a infliggere “sofferenza” e “timore” a quegli occhi
grondanti affetto e fedeltaaaa??
Bene, se l’ultima frase l’avete letta con un
tono piagnucolante, allora avete bisogno di continuare a leggere questo post.
Cos’è la punizione e come
adoperarsi per punire adeguatamente il proprio cane? Innanzitutto, per punizione
s’intende un evento che diminuisce le probabilità di manifestazione di un dato
evento. E già da qui occorre escludere il luogo comune che porta a pensare la
punizione come un qualcosa di fisico. Si parla di “evento” non di mazzate. Avrete capito già la direzione del post,
tuttavia mi preme sottolineare come sono ben conscio che a volte un bello
scappellotto te lo tirano dalle mani.
Di sottofondo a questo post
continuate a sentire una vocina che vi ammonisce, per favore: La correzione dev’essere
messa in atto tempestivamente e contemporaneamente all’evento e quindi
precisiamo già da subito ‘sto fatto: vale l’equazione
Evento negativo --> Punizione
E non l’equazione
Evento negativo --> Vedo gli effetti dopo
mezz’ora (o tre minuti anche) -->
Punizione
Ricordatevi che il cane crea l’associazione
immediatamente, non in differita.
Problema: Come punire il cane?
Punire il cane è necessario per
correggerlo a seguito del manifestarsi di un evento che non vogliamo si ripeta.
Se volete punire un comportamento tenete a mente quanto dicono persone molto
più esperte di me, ossia Joel Dehasse e Valeria Rossi.
Il primo sottolinea come
la punizione fisica è ammissibile purchè adattata all’età del cane, ed è
comunque necessario abbassare il livello della punizione a favore di interventi
sempre più moderati. La punizione con la mano? Ammissibile, il cane capisce e sa distinguere.
Valeria Rossi sostiene che la punizione è già la mancata ricompensa (il famoso “ignorare”
che suggerisco nel post sull’abbaio) ma ammette che le punizioni “forti” sono
ammissibili. “la punizione per essere efficace, dev’essere traumatica, ovvero
causare un dolore”ma che le mani non vanno usate se non per dare un premio e quindi adoperarsi diversamente, please.
Soluzione: Valeria Rossi come me
e chiunque altro, ammette ma non suggerisce la punizione fisica (soprattutto in
allenamento!!!). La mancanza di ricompensa è la soluzione per punire il cane.
Evitate, se non in situazioni limite che richiedono una punizione alla Dehasse
(consona alla fisicità del cane e non della gravità dell’evento), di colpire il
cane per sciocchezze o addirittura farla diventare un’abitudine (facendo
perdere l’efficacia della manovra tra l’altro). Ignorare, far calmare e
distrarre il cane, guidandolo verso comportamenti giusti e non dargli una punizione
fine a se stessa.
Punizioni di razza: Nella mia
esperienza, con Nihel che pesa 40 kg ed è muscolare e nevrile, è difficile una
punizione fisica e la stessa razza non permette queste cose, perché basta uno
sguardo e come diceva Totò “ho detto tutto”. Nel caso di un Setter punire con
lo sguardo è un’utopia, solamente la mancanza di ricompensa riesce a guidarli.
Alcuni molossi reagiscono alzando l’intensità del comportamento a seguito della
punizione fisica ed è quindi controproducente nella costruzione del rapporto
cane – padrone.
In conclusione, state attenti.
Punire un cane è facile, fin troppo a volte, pertanto siate sensibili e
attenti. Non c’entra cuccioli o adulto, rottweiler o volpino, ogni cane è
specifico ed ha soglie diverse di sopportazione e sensibilità. Partite dalla
consapevolezza del vostro cane e dalla voglia di costruire un rapporto
equilibrato fatto di ricompense giuste e qualche punizione destinata, col tempo
a sparire.
Commenti
Posta un commento